Tessuti Digitali
Un contributo per una progettualità̀non invasiva ma pervasiva ideato e sviluppato da Lucio Fumagalli, Presidente dell’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale nonché co-fondatore di 4Changing, società focalizzata sull’analisi di big data e sulla Data Science, Docente presso l’Università Tor Vergata di Roma e Politecnico di Milano, e da Gabriella Gilli, psicologa, Professoressa di Psicologia Generale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e studiosa di Neuroscienze affettive.
Tessuti Digitali, realizzata per PADIGLIONI INVISIBILI: Beyond Heritage Fixing della Fondazione SoutHeritage, costituisce un’occasione privilegiata per osservare le evoluzioni emozionali manifestatisi tra centinaia di migliaia di conversazioni digitali da e verso Matera, rivelando sistemi e tessuti relazionali invisibili che pure costituiscono le mappe relazionali locali-globali del presente e potenzialmente quelle del futuro prossimo. Come l’acqua, tali sistemi spesso sono celati e conservati nel sottosuolo, rimanendo sostanzialmente sconosciuti. Con il supporto di dispositivi tecnologici di ultima generazione, sarà possibile conoscere i giacimenti digitali della città e le sue insospettabili connessioni regionali e internazionali; sarà possibile rivelare progressivamente le mappe relazionali ed emozionali del luogo, e i flussi cognitivi e comportamentali, al fine di alimentare ricerche e strategie spaziali, culturali, economiche e sociali nel prossimo futuro.
Tessuti digitali a Matera
Matera 2019 – Un contributo per una progettualità non invasiva ma pervasiva
Lucio Fumagalli e Gabriella Gilli
La candidatura di Matera e la sua elezione a capitale della cultura per l’anno 2019 si basa sulle caratteristiche della città in tutte le sue dimensioni sociali, culturali e naturalmente storiche senza rincorrere progettualità estemporanee che non siano già radicate nel territorio o che implichino la realizzazione di nuove opere architettoniche o logistiche. Tutto ciò non per uno spirito di antagonismo a qualunque orientamento evolutivo ma semplicemente perché non lo si riconosce come elemento necessario o logicamente integrato con lo scopo della candidatura stessa. Questa è una delle ragioni più importanti che ci hanno spinto a voler collaborare con la fondazione SoutHeritage e a predisporre questa nostra ricerca tra arte e processi di condivisione. Senza nulla togliere alla generazione di nuove prospettive e alla creatività in genere, crediamo infatti che ogni iniziativa oggi sia importante che affondi nelle radici dei sistemi sociali e culturali con i quali si vuole interagire.
Parchi archeologici, stadi sportivi o teatri, piuttosto che scuole o centri di ricerca, stazioni, autostrade e ferrovie mantengono la loro necessità o utilità, che sarebbe opportuno fosse però sempre collegata anche alla dimensione culturale, ma non sono la ragione per promuovere un ruolo culturale per una comunità che già si esprime in modo rilevante in questa dimensione. Se si vuole riconoscere a queste iniziative europee un ruolo di sottolineatura, di esplicitazione e di condivisione di una dimensione culturale e sociale che è di interesse comune, è importante sviluppare progetti e iniziative che promuovano la conoscenza di quanto già avviene nel territorio e nell’estensione delle relazioni interne ed esterne in una prospettiva sempre più aperta al dialogo e a processi estesi di condivisione e collaborazione.
In Matera, le comunità europee ed extra-europee trovano un ulteriore luogo di incontro e di condivisione culturale che porterà ricchezza alla città e all’intero sistema comunitario che dovrebbe però essere sempre meno temporalmente limitato ma sviluppare capacità e desideri che si protraggano e si arricchiscano nel tempo.
Simbolicamente le “cisterne” di Palazzo Viceconte vengono tra loro unificate e rese accessibili per diventare un percorso che innanzitutto le renda patrimonio esplicito della città e dei suoi ospiti. Con un piccolo gesto si sottolineano così molte realtà differenti di cui elenco alcune solo a titolo esemplificativo e senza alcuna pretesa di esaustività:
- La storia ipogea della città, l’intensa e pervasiva relazione con l’acqua
- Le vaste stratificazioni culturali che si sono succedute e integrate ben oltre i secoli
- Le esperienze di arte contemporanea già ospitate in modo stabile nel Palazzo e nella città e la
comunità umana che le anima - La pratica della lavorazione della pietra e il suo colore
Le cisterne hanno ospitato, ospitano, nascondono e svelano aspetti molto differenti della Storia e della Contemporaneità. Hanno soddisfatto esigenze primarie e ora possono diventare l’opera che esprime un desiderio di flussi relazionali non sempre del tutto visibili o comprensibili ma che rappresentano la vera ricchezza della città.
Le recenti acquisizioni scientifiche in campo neuroestetico (cfr. il gruppo di Parma con Rizzolatti, Gallese… che lavora sul “mirror neuron system”) sostengono che nella comprensione delle esperienze artistiche ed espressive sia prioritario e fondamentale il ruolo svolto dalle emozioni e dalle competenze simulativo-mimetiche. Si tratta di un ambito scientifico che, basandosi su tecniche di neuro-imaging, mostra come a qualsiasi percezione del mondo corrisponda una esperienza edonico-emotiva radicata nella corporeità, esperienza che influenza le nostre valutazioni, comprese quelle considerate più razionali. In altri termini, la fruizione di un’opera d’arte è costituita da una esperienza innanzitutto sensoriale e corporea, che implica le potenzialità motorie del corpo, poi integrata dal pensiero consapevole e dalle matrici culturali.
L’esperienza che verrà proposta ai visitatori nelle cisterne di Matera costituisce una occasione privilegiata per osservare le evoluzioni emozionali manifestatisi tra centinaia di migliaia di conversazioni digitali da e verso Matera che come l’acqua spesso si cela e si conserva nel sottosuolo rimanendo sostanzialmente sconosciuta per divenire quindi sorgente naturale capace di alimentare flussi cognitivi e comportamentali sempre più chiari. La discesa nelle cisterne ci permetterà di incontrare i giacimenti digitali della città e le loro progressive esplicitazioni cognitive avviando percorsi diffusivi sempre più estesi alle relazioni tra le comunità; integrazione scientifica e culturale quindi delle varie esperienze di fruizione delle cisterne.
Un percorso emozionale, visivo e cognitivo che si avvia dalla cisterna dove si va accumulando l’acqua delle conversazioni e delle loro tracce digitali della comunità di Matera e che progressivamente si disvela nelle sale espositive attraverso infografiche rappresentative dei linguaggi, delle emozioni e delle geografie relazionali, realizzate a scopo artistico ed evocativo per divenire poi disvelatrici di possibili interpretazioni, valori e processi diffusivi capaci di evolvere e rigenerarsi nel tempo.
In particolare:
- le immagini e i colori delle lingue parlate a Matera o parlando di Matera, le loro interconnessioni, le contaminazioni
- le tante emozioni positive e negative, attive e passive di amore, di odio, di insofferenza, di noia, di piacere, di soddisfazione, di serenità, di ansia, di speranza, di attesa, di abbandono di chi vive a Matera e di chi ne parla
- le comunità e i loro scambi nel tempo, le mappe dinamiche delle relazioni entro e fuori della città, verso le montagne della Lucania, verso il mare, verso le vie della seta, verso l’Europa, verso le Americhe e le persone che ci visitano, per incuriosirle e per renderle protagoniste e guide.
E ora scendiamo verso le acque scure e quasi immote delle cisterne per cercare di cogliere i pochi riflessi e le loro increspature per risalire poi alle luci colorate, chiassose e allegre di una città il cui tessuto sociale, culturale ed economico diviene sempre più vasto e comprensibile.
Il programma
Tessuti digitali a Matera è un programma di installazioni artistiche che si avviano con il 15 novembre a Palazzo Viceconte e che si succederanno in Matera e fuori Matera nel corso del 2020 per terminare nel giugno 2021.
Si tratta di installazioni artistiche realizzate insieme a Gabriella Gilli per dialogare tra tratti, cromatismi e materiali che si intrecciano e si animano di contenuti immateriali e apparentemente aridi come possono essere i dati. Come l’acqua delle cisterne non è quasi visibile e non produce risultati se non quando viene estratta e disseta, nutre le persone, gli animali, i campi, diventando veicolo di relazioni sempre più estese, così i dati digitali che raccogliamo per Matera, chiusi all’interno di un server sono sostanzialmente invisibili e non partecipano a generare alcuna nuova avventura.
Questi dati però li vogliamo far uscire dai loro anonimi repository informatici per avviare rappresentazioni estetiche che attraverso le loro connessioni e articolazioni cromatiche ci sfidino ad avventurarci in percorsi visivi per generare nuove suggestioni e relazioni sempre più vaste.
I nostri tessuti digitali sono frutto di abilità artigiane simili a quelle degli annodatori di tappeti. I loro ricorrenti schemi figurativi sono figli di algoritmi come le regole di un tappeto nomade. E proprio come in un tappeto si rincorrono innumerevoli cromatismi, figurazioni misteriose e trame di fibre diverse così le nostre installazioni ci aiutano a comprendere meglio fenomeni conosciuti o a svelare relazioni molto antiche e dimenticate e tante altre dimensioni della nostra realtà spesso sfuggenti.
Correndo lontano dalla “misura” e dal “racconto” vogliamo imparare a danzare tra i dati in nuove geografie sempre più emozionanti.
Geografo appassionato sento la privazione della possibile scoperta, mai più nuovi continenti, nuove catene montuose e fiumi e nuovi popoli. La riscoperta dell’ignoto sembrava confinata nello spazio più esteso o in quello estremamente piccolo, correndo verso due direzioni opposte.
Binari rigidi che limitano i confini dell’avventura e che ora si dissolvono di fronte all’infinita combinazione di correlazioni che acquistano tutta la bellezza di quell’antico tessuto di popoli nomadi che come un tappeto volante libera l’intuizione e la immaginazione per ricercare relazioni in continua evoluzione.
Quali volti, quali emozioni, quali pensieri, quali lingue dentro le nebulose di dati, cosa è segno e traccia di vicende antiche, cosa si sta trasformando sempre più velocemente, quali sguardi si celano dietro un punto solo di colore.
Quante nuove icone nei tessuti digitali a Matera sono di tappeti antichi o di giovinetti come gli osservatori spaziali. Questi tessuti digitali danno forza al proprio territorio, lo sostengono e lo pongono in relazioni sempre più estese che superano i confini.
Case dirute, pezzi di pietra che persero ogni dignità nonostante i secoli di intenso studio pieno di accortezza. I nostri tessuti, proprio come allora con i loro disegni, navigano sempre più lontano e lasciano tracce digitali e assai più umane, che potremo raccontare e studiare trovando sempre una nuova regola, un nuovo sorriso, un grido, paure profonde. Segni di paura, segni di allegria e nuovi innamoramenti.
Tessuti digitali a Matera è un racconto di cose accadute durante questo anno magico e cose che si andranno spegnendo o che si svilupperanno in modo prepotente nell’anno successivo. Molti incontri, persino di continenti, nella piccola Matera, quante lingue, tanti sorrisi e quante nuove partenze e nuovi arrivi.
Quest’anno che viene, quanto si alimenterà di quello che sta passando, sarà ancora più impetuoso e il tappeto sarà più fitto di nodi, più ricco di colori e sfumature o quest’anno che sta terminando tornerà come l’acqua nelle cisterne? Ricordo, potenza dell’essere e molta attesa?
Quest’anno è stato un anno europeo o questa geografia si è dilatata? Siamo tornati sulla via della seta e quale seta? Quali viaggi …. Verso una natura ancestrale e verso una comunità antica o verso nuovi mercati. Qualcuno è partito ancora sulle tracce del mercante veneziano o del navigatore normanno?
Raccogliamo e racconteremo dati, li depositeremo in cisterne pubbliche, li useremo per cercare nuove geografie, nuovi mercati e nuove relazioni che da soli non riusciremmo a comprendere.
Strumenti e Metodologia
Con diversi sistemi di mietitura stiamo raccogliendo dati e informazioni dal mondo digitale. Tre diversi strumenti NUVI, Talkwalker e Human Ecosystems. I primi due sono prodotti commerciali, grandi mietitrebbia che raccolgono e sanno contare molto velocemente. Human Ecosystems richiede invece molta programmazione, ma tra i tanti meriti riconosce e interpreta moltissime lingue ed emozioni. Con Gabriella abbiamo associato le emozioni ai colori, sperando così che le capacità evocative delle nostre rappresentazioni ci aiutino a conoscere gli stati emozionali della città e del suo mondo di relazioni.
Ad oggi siamo arrivati a raccogliere molti milioni di quelle che in gergo si chiamano conversazioni, tracce digitali, in Matera o in qualunque altra parte del mondo dove si parli di Matera. Ne raccoglieremo molte altre entro giugno 2021.
Tutto questo sforzo per capire come evolve il capitale sociale di Matera. Se prevale il dramma, la tiepidezza… o la bonomia e l’allegria delle comunità.
L’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale utilizzerà questi dati, anche con l’aiuto del modello circonflesso multidimensionale delle emozioni di James Russell, per comprendere l’evoluzione sociale e per sostenere il successo delle produzioni tipiche del territorio, le due aree di attività storiche dell’Istituto.
Il BAICR, insieme agli amici del master in Internet of Humans & Things dell’Università Tor Vergata di Roma e agli amici del master Polis Maker del Politecnico di Milano, cercherà di capire il mondo dei beni culturali del territorio e delle relazioni dentro la città e tra le comunità.
Sarà un’avventura condivisa e molti vecchi saggi e giovani curiosi discuteranno di antiche vicende o di nuove relazioni annidate nelle trame delle conversazioni.
Una grande danza popolare ben affondata nella tradizione ma ricca di allusioni affettive e di nuovi scenari.
Nel documento tratteremo solo dell’installazione di questo autunno. Le nuove mappe, i percorsi interpretativi e le loro rappresentazioni estetiche si svilupperanno insieme alle comunità nel corso di questo lungo programma promosso principalmente da INSOR e BAICR insieme alla Fondazione SoutHeritage.
L’istallazione e il percorso
Due sale, nella prima due cisterne. Nella cisterna più grande la fibra luminescente è l’acqua che ci incuriosisce e ci fa intuire il valore conservato. Qualche accenno di identità ma essenzialmente dati tra loro indifferenziati.
Dalla piccola cisterna di captazione si innalzano i dati che incominciano a presentare piccole differenziazioni tra gruppi poi sulla parete il cosmo dei dati che diventano progressivamente informazioni. Il luogo dell’esplorazione e della scoperta.
Nella stanza successiva tre immagini:
il tessuto digitale delle lingue, il tessuto digitale delle emozioni e le trame relazionali.
Il piano di ricerca, con il desiderio di allargare le mappe o di facilitare nuove alleanze ed amicizie, verrà messo a punto e condiviso al termine al termine dell’esposizione nel mese di gennaio 2020.
L’iniziativa è promossa dal BAICR – Cultura della Relazione in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale. Gli atti verranno progressivamente pubblicati sul sito della Casa Editrice Cibele.
Maggiori informazioni sulla manifestazione alla pagina della Fondazione SoutHeritage.
Hanno collaborato:
Lucio Fumagalli e Gabriella Gilli – Ideatori dell’iniziativa
Obada Almallah, Symbiotiqa – Sostegno all’infografica
Emanuele Carra, BAICR – Interpretazione dei dati e infografica
Teresa Di Giovanni, BAICR – Comunicazione
Arianna Fiasco, BAICR – Coordinamento con la faculty e i team di lavoro dei master interessati
Silvia Pancaldi, 4Changing – Strutturazione e organizzazione dei dati
Emanuele Rizzardi, Symbiotiqa – Coordinamento generale
Pietrina Sanna, INSOR – Interpretazione dei dati
Abhinay Akash Venkata, BAICR – Raccolta e strutturazione dei dati